Giovanna Mulas in lingua Sarda per la Sardegna

DOPO IL SUCCESSO DI ‘NESSUNO DOVEVA SAPERE, NESSUNO DOVEVA SENTIRE’ DI GIOVANNA MULAS,

DOPO ‘BIANCA RONDINE SILENTE’, TRASPOSIZIONE TEATRALE DEL ROMANZO CURATA DA ANTONIO MARRAS E IL TEATRO DELLA CHIMERA

NASCONO ADATTAMENTO E TRADUZIONE DEL ROMANZO DI GIOVANNA MULAS ALLA LINGUA SARDA:

‘NEMOS DEVIAT ISCHIRE, NEUNE DEVIAT INTENDERE’,
CURATI DAL POETA, STUDIOSO DI LINGUA E TRADIZIONE SARDA BRUNO SINI.
PREFAZIONE DEL CRITICO LETTERARIO SPAGNOLO E STUDIOSO DI LINGUA E TRADIZIONE SARDA PROF. XAVIER FRIAS CONDE.

‘NEMOS DEVIAT ISCHIRE, NEUNE DEVIAT INTENDERE’ : PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA.

UN REGALO ALLA SARDEGNA, SOLO PER LA SARDEGNA
GUARDA ANCHE TU IL VIDEO DI ‘NEMOS DEVIAT ISCHIRE, NEUNE DEVIAT INTENDERE’ :
http://www.youtube.com/watch?v=Pnt5uSoX8Hw

Ufficio stampa Isola Nera

Giovanna Mulas in lingua Sarda per la Sardegnaultima modifica: 2011-02-11T10:43:35+01:00da zairo-ferrante
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Un pensiero su “Giovanna Mulas in lingua Sarda per la Sardegna

  1.  Scrive Giovanna Mulas :-E dicevano i vecchi che lì, fino a pochi anni prima, erano andati a morire i Re, i grandi capi che, arrivati ad una certa età o ad un punto irrecuperabile di malattia quindi di fastidio per il resto del branco; si auto eliminavano dal gruppo, semplicemente scomparivano.
    Nessuno parlava, nessuno vedeva ma tutti, in realtà, sapevano.


    Roberto Lo Presti
    Cara Giovanna,grazie per avermi chiamato a dare un breve mio pensiero.I due temi ,certo un pò collegati,pongono riflessioni esistenziali di un certo ‘spessore’.Per ciò che riguarda:’Qualche vecchio stralunato..’,non c’è molto da meraviglia…rsi ,considerata la fortissima e consolidata vita agreste e comunque il legame terribilmente viscerale con la terra,gli strumenti di lavoro,il cane da caccia,le frutta’sotto controllo’ e gli ovini e gli animali da cortile,che ti accarezzano le gambe.E’ un quadro d’insieme di ieri ,che non si scorda…,e forse pur adesso si scorge il bisogno ed il senso del feed-back…-Come non dar torto e significato pregnante al non cambiamento.Noi stessi ci rifugiamo scrivendo ,in cantina per inebriarci del mosto,che entra nelle vene e del calor della legna profumata ,che scoppietta e ci rende ancora ‘grandi feti’, come allonanarci da radici in ogni senso ,che ti consentono di respirare a pieni polmoni e gli occhi chiari,limpidi -non necessitano di colliri…- vedono tutto alla chiarissima lux della più bella e grande Stella,che ci aiuta a capir il senso,la ragione della rotazione delle stagioni,della vita nelle vite alles zusammen.Come staccare ifili conduttori di una esistenza di tanti lustri.Nemmeno il carretto o l’asinello portava il senior a vedr altrove,egli stesso rifiutava ogni iniziativa.Come concludere il mio dire, il mondo è cambiato…! Ma ciascuno di noi è un suo piccolissimo e forse impercettibile sott’insieme,talora gradisce ,forse x necessità e curiosità costituire una sua intersezione e poi…si rende conto che ,meglio musicalmente parlando,decide:…’toccata e fuga’. Per la IIa parte è ben triste far mente locale ,sull’abbandone dei vecchi re.Mi viene in mente qualche scena dei film western,dove gli indiani ,appunto,abbandonavano i vecchi ,in grotte o caverne
    Roberto Lo Presti
    Ma ancora se riflettiamo un attimo,solo un attimo (poichè non abbiamo tempo pur per noi stessi),è ancor tremendo pensare ai nostri cari vecchietti ‘abbandonati’ in luoghi di ”’cura o pensionati…”’-E’ un luogo comune ed ‘ovattato’ -,s tate lì …non chiedete più di tanto…avete già vissuto… anzi mal vissuto (se pur bene),ecco cosa vi spetta!!- Non c’è più rispetto per nulla e nessuno,sorella mia meravigliosa, concludo in modo parimenti staccato e freddo (come la società in genere chiede”si salvi chi può…!”

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