Camorra e mattone, confiscati
20 milioni al clan Mallardo
Dalla Campania gli imprenditori legati alla cosca hanno realizzato la propria fortuna nella Capitale e nei Comuni dell’hinterland grazie ai condoni edilizi: requisiti 74 immobili di provenienza illecita
Confermato l’asse tra Campania e Lazio nel segno della camorra: arriva la definitiva confisca di beni riferibili ai prestanome del clan Mallardo, il gruppo criminale che dalla periferia nord di Napoli si è ramificato sino alla Capitale, con particolare riferimento ai comuni di Mentana, Guidonia Montecelio, Monterotondo, Capena e Fonte Nuova. Qui è stato messo in atto un sistematico approvvigionamento di terreni strumentale alla speculazione edilizia con cui il gruppo si è arricchito, anche grazie alla compiacenza di funzionari pubblici e politici già oggetto di clamorose inchieste. L’operazione denominata «Domus Aurea 2» si sostanzia nella confisca, disposta dal Tribunale di Roma – sezione per le Misure di Prevenzione – dopo una serie di sequestri eseguiti nei confronti di tre imprenditori: i primi sigilli erano scattati dopo le indagini patrimoniali avviate nel 2013 dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia.
Una nuova cellula
I giudici parlano del sodalizio come un gruppo criminale «intenzionato vuoi a creare una nuova cellula nel Lazio, vuoi a reinvestire i capitali illecitamente accumulati in modo da rafforzare la propria potenza economica attraverso le imprese (tutte di tipo edile) tese all’acquisto di terreni edificabili nel Lazio e, nella specie, sia nella Capitale sia nell’hinterland capitolino». Investimenti sporchi facilitati dai condoni edilizi che alcune amministrazioni locali hanno sfruttato per fare cassa negli ultimi venti anni.
La camorra che costruisce case e ricchezze grazie ai condoni edilizi…ultima modifica: 2017-02-27T13:04:36+01:00da
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