Sospeso, immobile sul
naso color fragola,
rotondo pomodoro.
Affogato da una lacrima,
con i fumi ed i vapori
di Divin Commedia.
L’abbandono: Padre,
Madre e figlio
dell’uomo solo
sulla bocca del pagliaccio.
Uomini e cravatte che
sputano parole e le mescolano
al mio sangue, nell’unico,
forse ultimo, viaggio
che noi chiamiamo vita e
che quando è terminata,
lì con essa,
cessa pure la menzogna.
E falsi sono i poeti
dell’ultima puntata,
a festa sono agghindati
e “vomitano parole”,
e dicono ghignanti:
“Questo è il mio pane,
prego, mangiatene tutti!!!”
E così, per opera Divina
e amorevole pietà,
noi (che dal falso
siam plasmati)
giustamente
abbiam condanna
ad inseguire il vero
smarrito nell’eterno.
Noi, nel cono di un vulcano,
invano torturati dalla Verità!!!
Zairo Ferrante
**Versi liberamente ed umilmente ispirati da: ULTIMA FERMATA (estratto da Caronte, romanzo, 2009 di Giovanna Mulas)
consultabile al seguente link: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2010/05/29/giovanna-mulas-e-la-sua-anima.html